Articoli con tag queer festival

Pizzata di autofinanziamento

Giovedì 26 Maggio 2011

Pizzata Vegan Benefit per il Queer Festival
Pizza con forno a legna e torte vegan
10€ o quello che hai e mangi quanto vuoi.

dalle 19:00 in poi.

Serata conviviale in preparazione del Queer Festival del 3/5 giugno.
Presentazione della giornata di preparazione pratica del festival di Domenica 29 Maggio.

Dopo la cena Proiezione di: Dirty Shame di Jonh Waters

Villa Vegan Squat
Via Litta Modignani, 66 Milano

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Magnificat

spettacolo teatrale: Magnificat
Sabato 4 giugno ore 21:30 by Goghi & Goghi

Italia, marzo 2009. Una legge istituisce l’obbligo di indicare sui documenti il proprio orientamento sessuale. La popolazione italiana viene suddivisa in categorie attraverso passaporti e carte d’identità di diverso colore. Eterossessuali, omosessuali, lesbiche, transessuali, intersessuali e “non definiti/e” vengono sottoposti/e a controlli atti a verificare la loro appartenenza ad una o all’altra categoria. Vengono istituiti divieti ed obblighi, talora assurdi e ridicoli, per gli/le appartenenti alle diverse classificazioni. Viene infine richiesto per tutti/e i/le non eterosessuali un viaggio a Lampedusa, allo scopo di effettuare ulteriori accertamenti. Un viaggio senza ritorno, che mira all’eliminazione sistematica di coloro che non si allineano, sullo sfondo di una Lampedusa dove i container rappresentano le prigioni ultime.
Un’attrice in scena, sei personaggi che da diversi luoghi d’Italia intraprendono il viaggio per Lampedusa, e, allo stesso tempo, un viaggio nella loro identità sessuale, di genere e nel ruolo che la società loro impone. Uno spettacolo che racconta l’intersezione delle lotte, in un paese che equipara categorie minoritarie ad un’unica grande massa, di senza nome, di senza dignità. Un racconto ora divertente, ora nero, a tratti sguaiato, a tratti tragico; una sorta di lenta discesa agli inferi di uomini e donne spinti/e alle estreme conseguenze della catalogazione, in un tragico destino, che li accomuna a tutti i/le migranti, i/le rifugiati/e, le donne, che in questo paese non hanno nome, non hanno dignità, non hanno diritto di cittadinanza, ma solo un’etichetta, pesante come un macigno, di cui sembra impossibile disfarsi.
Uno spettacolo che nasce da una legge immaginata, ma terribilmente attuale per i suoi tragici risvolti. Una denuncia, un grido di ribellione alla discriminazione, al pericolo degli stereotipi, alle tante forme di violenza, alla crescente paura di ciò che è ‘diverso’ e anormale.

Le musiche originali sono liberamente scaricabili dal sito di Puppet

Goghi & Goghi

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Maschio e femmina Dio li creò!?

workshop: Maschio e femmina Dio li creò!?
Domenica 5 giugno ore 14:30 by Lorenzo Bernini

Da Mario Mieli, a Michel Foucault, da Judith Butler a Leslie Feinberg, la filosofia contemporanea ha operato una radicale decostruzione della logica binaria che governa la sessualità moderna, ma sono stati soprattutto i movimenti di transgender e intersessuali a mostrare che una sessualità queer può essere non solo pensata, ma anche praticata.
Lorenzo Bernini, ricercatore di filosofia, autore di Maschio e femmina Dio li creò!? Il sabotaggio transmodernista del binarismo sessuale (Il Dito e la Luna, 2010) ne discute con Serena Contardi (studentessa di filosofia) e Saverio Romani (studente di filosofia).

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Post-vittimismo e distruzione dei ruoli di genere

Workshop: Post-vittimismo e distruzione dei ruoli di genere
Sabato 4 giugno ore 16:00 by Nicoletta Podimani e Fabrizia Di Stefano

Le categorie di razza e genere, prodotte dal medesimo meccanismo di costruzione sociale, sono strumenti-chiave per trasformare le diversità umane in differenze e cristallizzarle in gerarchie. Al top di queste gerarchie troviamo il maschio bianco, di classe media, eterosessuale, abile, adulto, produttivo.

Razza e genere in quanto costruzioni ideologico-politiche sono, quindi, funzionali alla giustificazione e alla gestione delle asimmetrie e non possono esistere se non come effetti dei dispositivi di dominio che generano e riproducono subalternità.

La vittimizzazione di queste categorie, poi, produce il duplice effetto di rafforzare il controllo sociale e di alimentare il profitto sulla pelle delle/dei subalterne/i in quanto legittima interventi istituzionali sulle “fasce da proteggere” utili al mantenimento e alla riproduzione dello stato di cose esistente.

Per scardinare questo meccanismo importanti suggestioni vengono dalle lesbiche femministe nere – tre volte subalterne in quanto donne, lesbiche e “non bianche” – che, attraverso un approccio post-vittimista, nei decenni passati si sono ribellate alla propria condizione di subalternità generata dal patriarcato capitalista e legittimata dal suprematismo espresso dalle femministe bianche, occidentali, di classe media, eterosessuali.

A partire dalle riflessioni di Audre Lorde sull’uso della rabbia [The Uses og Anger: Women Responding to Racism, 1982] proviamo a mettere a fuoco quali pratiche di liberazione possano derivare, oggi, dall’approccio post-vittimista.

 

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